Gay & Bisex
Melo 1
di solstizioal
30.08.2024 |
3.837 |
5
"A quel punto non mi potei controllare e la mia bocca percorse famelica tutta la sua pelle leggermente salata di sudore arrivando all'ombelico per poi risalire..."
Melo, diminutivo di Carmelo, arrivò come aiutante nella ditta in cui lavoro.Giovane, 22 anni appena compiuti, “trapiantato al Nord” dalla Calabria ospitato dai cugini di suo padre.
Il cugino era il migliore amico di uno dei tre titolari della ditta in cui lavoravo e si era offerto di dare un'occupazione al giovane.
Alto poco più di un metro e settanta, magro, carnagione scura, occhi nerissimi così come i capelli che portava tagliati cortissimi con un ciuffetto più lungo sulla sommità del capo, barba foltissima per un ragazzo così giovane che teneva molto corta e curata nel taglio, timido, serio, sguardo vigile, ma sempre gentile e ricambiava il saluto con un sorriso dolce; unico vezzo di gioventù: un piercing che gli trapassava il sopracciglio sinistro.
Fu assegnato al mio ufficio per aiutarmi nel ruolo di verifica e controllo del magazzino anche se io gli facevo fare più il magazziniere del controllore....
Dopo poche settimane mi resi conto che era un gran lavoratore, sempre puntuale, gentile, cortese ma triste.
Esatto: questo bel maschietto era troppo triste per il mio concetto di giovane lontano da casa libero di divertirsi e così volli indagare con discrezione assoluta.
Lo feci restare più in ufficio verificando assieme gli interminabili tabulati delle stampe di controllo e spesso inventavo scuse per lavorare gomito a gomito anche perché i suoi gomiti, o meglio le sue braccia, mi eccitavano parecchio essendo nere di pelo così come le sue gambe che potei vedere ed apprezzare ad inizio estate quando la divisa da lavoro prevedeva la possibilità dei bermuda.
Mi eccitavano quelle sue gambe sode e scattanti anch'esse, come le braccia, interamente ricoperte di pelo nero.
Mi immaginavo la parte del suo corpo che restava nascosta dei vestiti...tra le gambe e le braccia ed il viso che ormai conoscevo... il ragazzo certamente aveva tutto il corpo ricoperto di un morbido stato di vello nero.... e questo mi faceva ribollire il sangue.
Mi immaginavo quante ragazzette si fosse scopato questo montone calabro e le invidiavo in modo indicibile.
Tuttavia persisteva quella strana cupezza nel suo sguardo che mi intrigava almeno quanto il suo giovane corpo. Io quarantasette anni avrei potuto essere suo padre se non fossi totalmente ed assolutamente attratto dai maschi! Decisi che dovevo capire l'origine del suo sguardo spento dentro quegli occhi profondi.
Alla fine del mese di giugno organizzai per alcuni colleghi e famiglie una grigliata nella casa di campagna che era dei mie nonni e gli imposi in modo scherzoso di non mancare, anzi, gli chiesi di venire in auto con me per aiutarmi a preparare.
La giornata fu piacevole come al solito, già ne avevo organizzate molte e tutti i miei ospiti si sentivano liberi di girovagare per casa cercando quello che serviva all'occorrenza: un nuovo cavatappi, i tovaglioli o solo per usare il bagno...
Come sempre in queste occasioni saltò fuori un pallone e tutti a giocare un po' a calcio, un po' a pallavolo fino a sera quando incominciando da che aveva figli piccoli tutti si apprestarono a ritornare. Per tutta la giornata tenni sott'occhio Melo e vidi con piacere che chiacchierava con tutti, giocava a calcio, mangiava e beveva in compagnia... forse era stata solo una mia impressione la sua tristezza, meglio così.... ma desideravo il suo corpo in modo quasi spasmodico ed ogni occasione era buona per avvicinarmi e riempirgli il bicchiere di vino rosso.
Salutando man mano chi andava via dissi in modo che tutti sentissero che Melo era il “fortunato vincitore” dell'incarico di aiutarmi a rassettare congedando così le varie mogli che si offrivano a rimare oltre. Finalmente soli chiusi il cancello ed in cucina iniziai a riordinare mentre Melo accatastava le sedie sotto al portico.
Quando ebbe finito entrò anche lui in cucina ed appoggiato alla parete mi chiese cosa potesse fare.
Mi avvicinai a lui, appoggiai la mano contro lo stipite della porta poco sopra la sua testa e con lo sguardo fisso nei suoi occhi gli chiesi “non sei ancora stanco?” rispose con un cenno del capo “vuoi bere un po' di vino?” “no, per carità che oggi ne ho bevuto fin troppo” non tolsi lo sguardo dei suoi occhi e mi avvicinai al suo viso giocandomi il tutto per tutto e lo baciai.
La sua reazione mi sorprese: aprì subito la bocca lasciando che la mia lingua scivolasse e giocare con la sua in un bacio famelico. La mia mano si spostò sulla sua nuca per spingere le bocche ad unirsi se possibile con ancora più forza. Mi staccai un momento e fu lui a cercarmi di nuovo.
Scesi sull'orecchio, sul collo, gli tolsi in un attimo la maglietta e finalmente vidi che il suo petto era esattamente come immaginavo: tonico con un poco muscoli, capezzoli piccoli piccoli tutto ricoperto di tantissimo pelo nero sicuramente tagliato ed ordinato.
Notai un piccolo anellino che gli trafiggeva il capezzolo destro.
A quel punto non mi potei controllare e la mia bocca percorse famelica tutta la sua pelle leggermente salata di sudore arrivando all'ombelico per poi risalire alla gola ed alla bocca.
Gli feci alzare le braccia sopra la testa e la mia faccia si intrufolò sotto le ascelle che sapevano di deodorante e poi tornai alla bocca.
Lui lasciava fare senza opporsi ed i suoi gemiti di piacere erano un segnale e non fermarmi. Di colpo mi staccai da lui che manteneva gli occhi fissi su di me in aspettativa.... lo strattonai nelle foga di slacciargli i pantaloni bramoso di ingoiare il suo bel cazzone scuro ma fu una grande sorpresa trovarmi dinnanzi ad un cazzetto da adolescente duro duro ma non più lungo di una decina di centimetri e sottile come due dita.
Lesse il mio stupore sul mio viso e rosso di vergogna a bassa voce mi disse “Questo ho.... più di così ormai non mi cresce.... ma tu il culo mangiami... quello vedrai che ti piace” “Sei bellissimo Melo, sei un ragazzo bellissimo, fregatene delle dimensioni del cazzo” e lui di rimando “Provaci tu ad essere frocio in Calabria e pure con il cazzo piccolo... mi hanno deriso fin da ragazzino... ma di culo sono bravo... il mio culo se lo scopano volentieri...” e così dicendo sì voltò appoggiando le mani alla parete ed inarcando la schiena mi offrì il suo culo, gesto questo che pensai avesse fatto con frequenza.
E qui la seconda sorpresa piacevolissima: un culetto piccolo e sodo anch'esso come il resto del corpo ricoperto di pelo nero fittissimo che risaliva sulla schiena formando un ciuffo più ricciolo all'altezza dei reni per poi diradarsi fin sulle spalle.
Con le mani separai ancora un poco quelle chiappette da sogno e la mia lingua grufolò alla ricerca del buco attirata dal tipico piacevolissimo odore di culo maschio a fine giornata e più io spingevo la mia faccia tra le sue natiche più lui spingeva all'indietro per offrirmi il culo.
E qui la terza sorpresa di questo fantastico giovane corpo: più leccavo e mangiavo il suo buchetto più questo di apriva mostrando il suo interno rosso acceso come una bocca pronta per essere baciata apparendo dopo pochi minuti non un buchetto ma un vero e proprio bucone dilatato. “wow sei strepitoso... hai un buco largo che è una meraviglia!” “sì, sono un rotto in culo, capo, inculami, inculami ti prego”.
Un dito, poi subito il secondo, poi uno sputo ed il terzo dito scavò con forza dentro a Melo che gemeva e di mordeva le labbra. Con le dita dentro che continuavano ad aprirlo mi rialzai avvicinando la mia bocca alla sua.
Un nuovo bacio lungo e bagnato. “Sei bravo anche a succhiare con questa bocca fantastica o lo vuoi solo prendere in culo?” “Mi piace succhiare il cazzo, capo, mi piace tanto...” “Vieni andiamo in camera” pochi passi e fummo in camera e ci spogliammo completamente. “Quanto sei bello peloso anche tu, capo, e che cazzone!”
Io in piedi accanto al letto e lui posizionato a pecorella che si ingozzava con il mio cazzo fino ad avere il naso contro al mio pube, lo sputava fuori e se lo ingoiava di nuovo. In tutto questo il suo il suo bacino aveva continuato ad agitarsi come se scodinzolasse.
La mia mano sinistra sulla sua testa mentre la destra bagnata di saliva raggiunse il suo culetto e quando due dita entrarono un lungo sospiro di piacere gli fece sputare definitivamente il mio cazzo per appoggiare il viso al materasso. “In culo, capo, mettimelo in culo...in culo” feci il giro del letto ed entrai in lui.
Lo scopai lentamente finché potei con lunghi affondi che facevano uscire il cazzo e poi tutto dentro di nuovo mentre lo tenevo saldamente per i fianchi. Un corpo agile e sottile, tutto nero di pelo ed un culo bello accogliente...un sogno di ragazzo.
Poi la voglia di sborarre prese il sopravvento e lo montai con forza, senza riguardi inondandogli l'intestino in pochi minuti. Mi coricai sul letto tirandolo a me.
Lo baciai con passione e non potetti trattenere la voglia di infilare ancora due dita nel suo buco caldo e bagnato. “Adesso stai sorridendo....sei bellissimo, sai?” “Dici davvero, capo? Non mi sono mai visto bello, è stato difficile vivere giù al paese essendo frocio e con sto cazzettino che non serve a nulla.... dovevo andare alla città vicina per incontrare degli uomini e devo ammettere che ho preso alcuni cazzi ma poi in paese hanno avuto il sospetto e così mi hanno spedito qui....
Ti prego, capo, non dirlo a nessuno o i cugini mi buttano fuori casa ed è la fine...” Ora mi spiegavo la sua tristezza. “Tranquillo resterà un segreto tra noi, se vorrai ti scoperò tutte le volte che sei libero e riesci ad uscire di casa, anzi... organizziamo in modo che tu possa andare a vivere per conto tuo, ormai sono mesi che lavori in ditta, farò in modo di farti avere un aumento” “Grazie, capo, sarebbe un sogno. Mi piace farmi fottere in culo, mi piace così tanto!! erano mesi che non lo prendevo più i cugini mi tengono il fiato sul collo ero esasperato!” “Povero ragazzo.... lo vuoi subito ancora il mio cazzo in culo?” “Sìììììììì” e con una risata ricominciammo a scopare..
continua...
[sono tornato su A69 con un nuovo NIK, pubblico i miei vecchi racconti]
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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